Religiosità ed ecologia

Venezia – Conferenza internazionale – Studiosi a confronto su religiosità ed ecologia. Dalle foreste sacre all’Islam, dall’ebraismo al buddismo, cosmogonie ancestrali e nuove spiritualità: non c’è sfera religiosa che non sia interrogata dall’urgenza ecologica, come mai prima d’ora. La Fondazione Giorgio Cini, ancora una volta, si conferma un eccezionale luogo di incontro sul presente.

«Dal 21 al 23 maggio è in programma alla Fondazione Giorgio Cini la conferenza internazionale Materiality at the Intersection of Ecology and Religious Studies, organizzata dal Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate, assieme a Università Ca’ Foscari Venezia, University College Dublin e Harvard Divinity School. Il 22 maggio, ore 18.00, proiezione speciale del film Lagunaria di Giovanni Pellegrini al Cinema Giorgione.

Per tre giorni ventotto studiose e studiosi da tutto il mondo, provenienti da ambiti disciplinari diversi che spaziano dall’antropologia alla sociologia, dagli studi letterari alla pratica artistica, dalla filosofia alla storia, presenteranno i propri lavori di ricerca e dialogheranno intorno alla questione ambientale e alla sfera religiosa. In particolare, la conferenza si propone di indagare in che modo le religioni tradizionali e le spiritualità di tutto il mondo possono offrire prospettive, percorsi di ricerca personale e collettiva, pratiche e (potenzialmente) soluzioni alla crisi climatica in atto. Al centro, dunque, ci saranno pratiche, esperienze, saperi materiali che incrociano forme religiose e conoscenze ecologiche.

Seguirà i lavori, come keynote speaker, Greta Gaard dell’Università del Wisconsin River Falls: scrittrice, attivista e documentarista è una delle voci più brillanti a livello internazionale del pensiero e delle pratiche eco-femministe.

Spiegano i curatori della conferenza, Francesco Piraino, direttore del Centro Studi, e Claudia Dellacasa del University College Dublin: «I relatori si interrogheranno sul contributo che un dialogo cross-culturale e inter-religioso può avere in termini di un rinnovato apprezzamento, se non proprio di una venerazione della natura che non rinunci alla complessità di implicazioni pratiche e socio-politiche che la questione ambientale porta con sé. In questo senso, verrà posta particolare attenzione al ruolo della materialità come catalizzatrice di discorsi ambientali e religiosi: ci si interrogherà sulla tipologia di materialità sottesa ai discorsi e alle pratiche religiose e spirituali, e al suo impatto sulle dinamiche ecologiche del passato, del presente e del futuro».

La conferenza, sottolineano i due curatori, «è particolarmente cruciale in un periodo di polarizzazioni politiche ed epistemologiche; dove la questione ecologica è affrontata in maniera strettamente quantitativa e materialista, oppure in chiave religiosa-escatologica. Inoltre questa conferenza permetterà di far emergere altri sguardi non-Occidentali riguardo al rapporto uomo-natura-Dio e riguardo al cambiamento climatico. Come da tradizione del nostro Centro, questa conferenza contribuirà al dialogo tra diversi modi di produrre conoscenza e di vedere il mondo». In questo modo, la Fondazione Giorgio Cini ancora una volta si propone come luogo di riflessione sul mondo, di dialogo tra esperienze e punti vi vista distanti e complessi.

Le tre giornate di studio iniziano il 21 maggio 2024 con una immersione nelle culture ancestrali: l’uso rituale dell’ayahuasca (André van der Braak, della Vrije Universiteit Amsterdam), lo spirito delle parole nella regione asiatica dell’Altai (Agnieszka Halemba dell’Accademia Polacca di Scienze) e i paesaggi sonori delle nazioni Sámi (Nicola Renzi dell’Università di Helsinki).

Ci sono esperienze del sacro che si aprono attraverso linguaggi creativi: è il caso di Sister Sarle e i suoi disegni di botanica nell’Inghilterra dell’Ottocento (Damiano Benvegnù, Università di St Andrews); il disegno del mondo nella stagione surrealista interpretata da Max Ernst (Sandrine Welte, Università Ca’ Foscari Venezia); le parole delle narrazioni egemoni (Russell Powell della Harvard Divinity School); o infine il mondo ‘blu’ delle metafore dell’acqua (Charles M. Stang (Harvard Divinity School).

La seconda giornata, il 22 maggio, affronterà alcuni sistemi religiosi: lo spazio cristiano ortodosso (Giuseppe Tateo, Universitù di Bucarest), la cosmogonia aborigena australiana (Franca Tamisari, Università Ca’ Foscari), il mondo induista del Gange (Victor Secco, Università di Manchester). Del rapporto interrotto e vibrante tra uomini, animali e Dio nell’antico ebraismo parlerà Anna Sierka dell’Università di Tel Aviv, mentre Nouh Anajjar (Università Mohammed Premier di Oujda) ci farà conoscere la narrativa eco-spirituale dello scrittore arabo-americano Etel Adnan. Dell’antica Cina, Stuart Young (Bucknell University) racconterà il pantheon di terra, stelle, umani e non umani; delle sacre foreste guineane si occuperà la ricercatrice indipendente Alessandra Manzini; della tradizione ‘multispecie’ nelle religiosità asiatiche rifletteràinvece Milinda Banerjee (Università di St Andrews).

L’ultima giornata di conferenza, il 23 maggio inizierà sempre alla Fondazione Cini, per poi spostarsi a Ca’ Bottacin, sede del NICHE (THE NEW INSTITUTE Centre for Environmental Humanities) dell’Università Ca’ Foscari Venezia.

Spiritualità ed ecologia sono anche una questione d’arte. La storica dell’arte e curatrice Francesca Pietropaolo, spiegherà il valore della sensorialità nell’arte della colombiana Delcy Morelos. Doppia incursione nella letteratura: Tara B. M. Smith (Harvard Divinity School) affronterà buddismo zen e ambientalismo nelle opere di fantascienza di Frank Herbert e Kim Stanley Robinson Jr.; Isacco Turina (Università di Bologna) ci porterà nella Praga di inizio Novecento, tra le pagine di Rilke, Kafka, and Capek e i confini fra umano e non-umano; mentre Devin Zuckerman dell’Università della Virginia racconterà invece la dimensione meditativa nel mondo tibetano. Non possono mancare due sguardi di filosofia politica: il pensiero fertile dell’eco-femminismo (Irene Becci dell’Università di Losanna) e la sempre sorprendente lettura queer della storia, in questo caso sullo sposalizio del Doge con il mare, caposaldo dell’identità di Venezia (Benedetta Panisson, Università di Durham).

Evento speciale, mercoledì 22 maggio: alle 18.00 verrà proiettato al cinema Giorgione il docufilm Lagunaria, di Giovanni Pellegrini (sarà presente in sala), che tanto successo ha avuto alla sua uscita nella sale. Il suo lavoro esplora, con un’indagine dall’estetica raffinata, le implicazioni del cambiamento climatico nella laguna e nella città di Venezia».

Fondazione Giorgio Cini, Isola di S. Giorgio Maggiore, Venezia

Programma:

https://www.cini.it/wp-content/uploads/2024/04/Materiality-at-the-Intersection-of-Ecology-and-Religious-Studies_v9.pdf

Info: www.cini.it

Giuseppe Longo

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