Catania – Il Palazzo della Cultura è pronto ad accogliere l’arte e le emozioni dell’artista visivo siciliano Fabio Modica con la mostra Κοντά, curata da Giuseppe Stagnitta e prodotta da Dietro le Quinte della Galleria di Daniela Arionte, co-organizzata con il Comune di Catania: un’esperienza suggestiva che si aprirà al pubblico il 9 giugno alle ore 18.00.
L’hook della mostra, “Riscopriamo il contatto, l’unione tra i frammenti”, racchiude il cuore pulsante di questa straordinaria esposizione. Κοντά, parola greca che significa “vicino” e “avvicinarsi”, incarna la poetica che permea l’intero percorso espositivo, unico e avvolgente come un grande corpo che unisce le singole tele di Modica. Le grandi tele rappresentano frammenti di corpi separati, intrappolati entro i confini delle tele stesse, nella speranza di trovare anche un minimo contatto. Rappresentano soggetti disperati nella ricerca dell’altro, in un tentativo di ricomporre, ingranaggio dopo ingranaggio, un unico grande corpo. Le misure anti-Covid hanno chiuso le relazioni umane e, allo stesso modo, le tele in questa installazione rappresentano i limiti e i confini che imprigionano i frammenti di corpi, sospesi nell’attesa di un’unione.
Fabio Modica condivide il suo vissuto, sottolineando come la chiusura abbia cambiato il modo in cui viviamo le relazioni, creando distanze e diffidenza tra le persone. La mostra diventa un’opportunità per riflettere sulle relazioni digitali a distanza, diventate predominanti durante la pandemia, ma che hanno anche portato all’annullamento delle relazioni interpersonali e all’aggressività nell’ambito virtuale. Attraverso Κοντά, Modica esprime la sua costante esigenza di contatto e il desiderio di muoversi con naturalezza, ritrovando il proprio corpo in una fluida relazione con gli altri. L’esposizione presenterà inoltre i due bozzetti e i video documentari delle opere murali realizzate dall’artista per l’Emergence Festival, dedicati a Peppino Impastato nel Comune di Oliveri e al Premio Brancati a Zafferana Etnea. Fabio Modica, nato a Catania nel 1978, è un artista prolifico e versatile, presente in numerose mostre collettive e personali di grande successo in Italia ed all’estero tra cui Shangai, Taipei, Atlanta, Chicago, Hong Kong, Nizza, Barcellona, Londra. Le sue opere iniziano con uno stile classico rinascimentale, ma evolvono in un linguaggio semi-astratto e simbolico.
La texture pittorica fluida, la decostruzione delle forme e gli occhi profondi che catturano lo spettatore sono alcuni degli elementi distintivi del suo stile. Le installazioni di Modica rappresentano una folla di volti e corpi che cercano di avvicinarsi, di superare i limiti fisici e culturali, alla ricerca di un autentico “contatto” che restituisca la vitalità dell’espressione infantile.
La mostra Κοντά, alla presenza dell’artista, aprirà le porte al Palazzo della Cultura di Catania il 9 giugno 2023 alle ore 18.00. Un’occasione per farsi trasportare in un viaggio emozionale che avvicinerà all’essenza dell’arte e delle relazioni umane.
Orari: da lunedì a sabato, dalle 9 alle 19 domenica e festivi dalle 9 alle 13 Coorganizzata dal Comune di Catania e Associazione Culturale Dietro le Quinte.
Fabio Modica
Fabio Modica è un artista siciliano, nato a Catania nel 1978. Le sue prime prove possono ascriversi allo stile classico rinascimentale, con riferimenti alla filosofia greca e una predilezione per soggetti avvolti da una luce caravaggesca. Originatasi nella pittura ad olio, la sua arte trova ulteriori veicoli espressivi negli acrilici, nei gessetti, negli acquerelli e, più di tutto, in tecniche miste sperimentali, dove sabbia vulcanica e materiali raccolti in natura, formano, con il colore, una miscela di grande impatto materico. Il 2002 segna una decisa presa di distanza dallo stile figurativo classico, scalzato da una prospettiva semi-astratta e fortemente simbolica.
L’amore inedito per linee e campiture astratte sfocia in un agone mai risolto tra i linguaggi realistici della giovinezza e l’espressionismo astratto della maturità. Da qui la fluidità della texture pittorica, il continuo aggregarsi e disgregarsi delle forme e un “figurativo” che rinasce dalla decostruzione di sé stesso. Il tratto distintivo della pittura di Fabio Modica è dunque ravvisabile nei suoi “stratificati accumuli di vibrante colore spatolato”, gettato su enormi tele o polittici con “sciabolate di action painting”.
Modica dipinge opere di grandi, talvolta grandissime, dimensioni: in esse, lo sguardo trafigge “alla stregua di un dardo saettante”, e sembra proprio di assistere al correlativo oggettivo di uno stato d’animo, di un frammento di ricordo o di un momento epifanico. “Non c’è neanche un volto”, dice dei suoi ritratti il pittore catanese in una intervista, “e ci sono infiniti volti in uno solo”.
Da questo, e molto altro, prenderà ispirazione γνῶσις (gnôsis, “conoscenza”), la prima di molte serie di ritratti sull’esplorazione della coscienza. “Il senso di tutto”, si scrive di queste opere, “si concentra e condensa in volti abitati di bellezza o in visi intrisi di sofferenza nei quali un non troppo sottile filo rosso li lega: gli occhi. Occhi ipnotici, (…) che nella pienezza della loro apertura sono capaci di tirare dentro nel discorso chi guarda. Occhi che interrogano e scrutano. Occhi che parlano.” Artista prolifico, Modica è autore di molteplici serie pittoriche, quasi sempre impreziosite da nomi greci e da reminiscenze platoniche: un esempio, fra tutti, i “prigionieri della materia”, omaggio al celebre mito della caverna. Κοντά (kontá, “vicino, in contatto”) e Παιδιά (paídia, “gioco, bambino”), le sue serie più recenti, accostano l’insistente rilettura greca dell’isola nativa ad un ripensamento postmoderno dello stile espressionista, evidente nel marcato polistilismo, nella scelta di una sintassi frantumata e mosaicizzante, nell’installazione artistica e, non ultimo, nel travestimento contemporaneo del nudo classico. Ciò che apparenta questi sguardi anonimi è l’instancabile ricerca di un “contatto” – con il sé e con l’altro – l’anelito struggente ad un’energia connettiva che restituisca la naturalezza e il vitalismo dell’espressione infantile e una comunicazione mondata dagli effetti spersonalizzanti della massificazione tecnologica. Una comunicazione ancestrale, “giocosa” appunto, capace di imitare i primi “segni” del bambino nel suo risveglio sensoriale al mondo. E, nel contempo, rieducare le nuove generazioni ad un dialogo vitale più che “virale”. Fabio Modica ha firmato lavori di street art e preso parte a svariati eventi artistici per la promozione del riciclo in Arte.
È del 2012 un ciclo di opere, di impressionante originalità, interamente realizzate con materiali di scarto. Qui i ritratti di Modica prendono forma dalla combinazione di oggetti metallici multicolori quali chiodi o spilli, strumenti in plastica, tessuti, e cavi elettrici recisi o avvolti in lunghe spirali. Recentissimi invece i lavori di street art, compiuti nel mese di maggio nei comuni di Zafferana ed Oliveri su superfici urbane di imponenti dimensioni, dove campeggiano ritratti monumentali di figure dell’arte, della letteratura o esponenti di cause politiche. Fabio Modica è stato per lungo tempo docente di Disegno, Trompe L’Oeil, Decorazione d’Interni e Tecniche dell’affresco presso l’Accademia “Nike” di Catania. All’interno di corsi rivolti ai membri del corpo docente, ha insegnato Decorazione d’Interni e Trompe L’Oeil presso il Liceo Artistico Statale “M. M. Lazzaro” di Catania.
Introdotto nella collezione del Museo d’Arte Contemporanea “MACS”, Modica è stato in questi anni protagonista di numerosi eventi culturali, mostre personali e collettive nella sua città natale e all’estero. Oggi viene rappresentato negli Stati Uniti da Johnson Lowe Gallery e Aberson Exhibits. In Italia, da Arionte Arte Contemporanea. In Cina e Giappone dalla “Whitestone Gallery”, con sedi a Tokyo, Hong Kong, Taipei, Pechino, Singapore, Seoul e Karuizawa.
Attualmente vive a Catania, in Sicilia e la sua attività artistica si estende in Italia, Asia e Stati Uniti.